SAN NICOLA BARONIA
In un’area verdeggiante ricca di sorgenti e adagiata su dolci colline sorge il comune di San Nicola Baronia, borgo di grande ricchezza idrica, come dimostrano le lucenti sorgenti che scorrono lungo i suoi campi e i bei boschetti verdeggianti, come quello della Difesa, ricco di conifere e querce oltre che cinghiali, volpi, fagiani e tortore. Ai piedi della collina Ralla, lungo la strada che porta in località Padula, si trova il Parco dei Mulini ad Acqua, dove sono ancora visibili due mulini azionati ad acqua, risalenti al ‘700 e recentemente restaurati. I boschi di Montagliano, Ralla e Difesa, invece, rientrano nell’area naturalistica dei boschi e sorgenti della Baroniza, zona di protezione speciale. In questi luoghi dalle antiche tradizioni si tramanda ancora quella delle fascedde di San Nicola Baronia. Qui, infatti, nei valloni bagnati delle acque sorgive delle Bocche e della Fontana del Salice, utilizzate anche per pulire i lupini dal loro eccessivo quantitativo di sale, cresce un giunco utilizzato per intrecciare le così dette fascedde, canestri di giunco che in passato venivano venduti o barattati con olio. Antichissima l’insediamento, risalente all’età del ferro, circa IX-VIII secolo a.C., come dimostrato dalle numerose tombe a fossa con ricchi arredi funerari che sono state riportate alla luce. Altri reperti di età sannitica risalenti al IV-III secolo a.C. e di successiva epoca romana sono stati rinvenuti soprattutto nella località di Acqua dei Salici, dove probabilmente sorgeva un villaggio sul cui perimetro fu innalzata una grande villa rustica romana di età imperiale. L’origine della città risale all’epoca medioevale, alla fine del XIII secolo. Originariamente situato ai piedi di Trevico e in prossimità di Carife, l’antico borgo portava il nome di San Nicola ad Salices. Nel 1122 questo casale era posseduto da Riccardo Guarino del Formari, al quale seguirono i discendenti di Riccardo II che tennero la signoria sino al 1266, anno dell’inizio del Regno di Carlo D’Angiò. Furono proprio gli angioini a concedere il feudo a Provenzale de Bruverris.
La moglie di Roberto D’Angiò lo vendette al Conte Raimondo Del Balzo, dopo il quale si avvicendarono parecchie nobili famiglie, fino al 1806 quando ci fu l’abolizione dei diritti feudali. In seguito ai continui terremoti, il centro venne spostato in una zona più stabile e fu scelto la collina Difesa, ai piedi della quale venne riedificata la città. Tra gli edifici di culto l’eremo dell’Addolorata, fondato presumibilmente nel corso del secolo XVII. La SAN NICOLA BARONIA Città delle Fascedde particolarità di quest’eremo l’avere la stessa altitudine del Sacro Monte Calvario, divenendo luogodi devozione durante la Passione di Cristo e dunque meta di processione. Lungo il tragitto verso l’eremo sono state realizzate quindici cappelline che custodiscono le immagini bronzee della Via Crucis, in modo da segnalare religiosamente le varie tappe di questo sacro pellegrinaggio La chiesa madre della città quella della SS. Annunziata, risalente al 1566 e dedicata a San Pasquale Baylon. All’interno si trova un prezioso dipinto risalente al XVIII secolo e raffigurante l’Annunciazione. Nei pressi, attraversata piazza di S. Nicola Baronia, si erge la chiesa di San Pasquale Baylon. La gastronomia famosa per la preparazione dei così detti peperoni friggitelli, cotti su cenere e irrorati di abbondante olio d’oliva qui prodotto. Rinomati anche i peperoni coppoloni e i ceci della Baronia.
Piatto tipico i fagiolini con le patate.
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