CARIFE
Antichissimo borgo nella valle dell’Ufita e custode del Tourniquet, curva del monte dei Piemontesi dove possibile passeggiare immersi nel verde, il comune di Carife lega la sua fama ai numerosissimi ritrovamenti archeologici che l’hanno resa capitale dell’archeologia irpina.
Grazie alle testimonianze della civiltà sannitica, le iscrizioni latine e le edicole funerarie ritrovate nell’area, si sviluppata l’ipotesi che Carife fosse l’antica Romulea di memoria liviana, dedicata dai sanniti a Romolo e protagonista della distruzione per mano romana durante la terza guerra sannitica. Risalgono al III millennio a.C. i ritrovamenti più antichi, ma le più importanti testimonianze risalgono al V-IV secolo a.C., periodo in cui attestata la presenza abitativa dei Sanniti. La popolazione italica, stanziatisi proprio su questo territorio composto da pianure, altopiani e dorsali appenniniche, ebbe un ottimo sviluppo socio-economico sia per la dinamicità degli abitanti, sia perchè favoriti dalla posizione geografica dei loro insediamenti. Questi luoghi, oltre a rappresentare un ostacolo per eventuali invasori, consentivano infatti un corridoio di scambio continuo con le coste adriatiche e tirreniche. Nel sito archeologico della località Addolorata, stata rinvenuta una necropoli con numerose tombe monumentali e principesche a camera datate V-III secolo a.C., decorate e stuccate all’interno e contenenti ricchi corredi e arredi funerari provenienti dalla Magna Grecia. Nella località Piano La Sala, invece, sono state ritrovate fornaci per la produzione di laterizi, tombe a fossa e a tegole, oltre che un tempio di età ellenistica, tracce di edifici pubblici di et imperiale e insediamenti di epoca bizantina. Le fornaci, in particolare, svolsero un ruolo di spicco nella produzione di pezzi da corredo, i quali hanno accompagnato la tradizione funeraria dell’area da tempo immemore, fino alla consolidata tradizione delle “ruagne”, un tipo di vasellame di origine fossile. Di epoca romana, la lapide funeraria di Marcus Mevius in pietra favaccia, ritrovata nella località di aia di Cappittela e risalente al I secolo a.C. Resti di ville romane sono state invece rinvenute in località Piano d’Occhio e contrada San Martino. I primi documenti che citano il borgo risalgono al XIII secolo, durante l’epoca sveva, quando venne indicato in un atto del 1266 come casale della diocesi di Trevico. Il centro storico di Carife conserva luoghi di culto di grande interesse storico-religioso come la Chiesa di San Giovanni, la chiesa San Francesco, la Chiesa Purgatorio, la chiesa dell’Addolorata, e il palazzo marchesale del X secolo. Ricca di tradizioni e leggende, Carife custodisce il culto di San Rocco da secoli, secondo un’antica festività popolare.
Il territorio di Carife si distingue inoltre per la forte vocazione cerealicola e ortofrutticola, tradizioni antiche e favorite entrambe dalle sorgenti presenti sul suo territorio.
Si deve alla pratica romana delle monocolture, ad esempio, la coltura del Ravece, da cui si ottiene il pregiato olio extravergine d’Irpinia e delle colline dell’Ufita. Sempre di origine romana, secondo la cottura al testum (coperchio), si deve la pizza di granone “rint’ a lu ching”, ovvero la cottura attraverso un coperchio di terracotta. Altri prodotti agroalimentari della tradizione sono l’aglio bianco dell’Ufita, la zuppa di soffritto, i ceci della Baronia, asparagi e cipollotti. Piatto tipico l’agnello carifano.
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